Alla vigilia di un nuovo 25 novembre è doveroso ricordare che esiste un fenomeno in gran parte sommerso -tanto che, addirittura non si registra neanche ancora un sistema idoneo che tenga conto dei numeri esatti- riguardante gli orfani di femminicidio. Secondo recenti stime sarebbero oltre 200 in un anno anche se al momento non appare per nulla semplice.
delinearne l’ampiezza complessiva. Sappiamo che tra i minorenni presi in carico dai Servizi Sociali le vittime di violenza assistita rappresentano il 32,4% di tutti i minori.
Infatti, tra i casi emersi di maltrattamento, questo fenomeno "è la seconda forma più diffusa in Italia, dopo le patologie della cura".
Appare urgente, dunque, adeguare "il sistema di monitoraggio nazionale permanente" a partire dal Piano Antiviolenza con le aree periferiche del Paese. Vanno previste misure specifiche per lo stanziamento di fondi adeguati alla presa in carico "a lungo termine" di tutti i minori orfani di femminicidio. Il Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile come quello sulla Coesione e sviluppo sociale può essere la base di partenza.
Dare vita, inoltre, ad una Piattaforma provinciale quale Rete di collegamento tra le molteplici realtà già esistenti, consentirebbe nell'immediato il rafforzamento degli strumenti operativi ed istituzionali verso ulteriori mete e traguardi comuni. Vogliamo sostenere le donne maltrattate e la loro progenie puntando ad un obbiettivo condiviso. Vogliamo sviluppare un’ampia azione di sistema per l’emersione e il contrasto del fenomeno della violenza intra ed extra familiare a danno delle donne e dei loro figli per un futuro rassicurante e certo.