Vicalvi e il Castello Longobardo

Borgo medievale, si trova nella Valle di Comino versante Laziale del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, lungo la strada statale 627 della Vandra, invece il centro storico è assediato dal Castello Longobardo (risalente al periodo dell'Alto Medioevo) circondato da antiche abitazioni. Vicalvi dal nome "Vicus Albus" ( ossia villaggio montano dal termine indoeuropeo "Alb" che significa monte) risalente alla seconda guerra mondiale e assediato nel medioevo dai longobardi.

Data di pubblicazione:
23 Settembre 2020
Vicalvi e il Castello Longobardo

Attualmente il borgo medievale di Vicalvi è uno dei centri abitati più piccoli e attivi della Valle di comino in provincia di Frosinone, e presenta varie attrazioni turistiche medioevali. È costituito da vari centri; Delicata, Centro Storico, Colle D'Agnese, Mortale, Maschiuna, Castellana, Palombo, Borgo, S. Francesco, Colle Flonio. La località Delicata oggi rappresenta il nucleo principale del paese con la presenza del Municipio, degli edifici della scuola dell'infanzia e della scuola primaria, del centro sociale, dell'impianto sportivo polivante, della caserma dei carabinieri e dei principali esercizi pubblici e commerciali. 

Il centro storico è ben conservato nonostante lo spopolamento maggiore. È praticamente composto da una strada che si snoda a serpentina sui fianchi del colle, fra due file di case. È dominato in alto dal vecchio Castello, nelle cui vicinanze c'è un palazzetto con portale rinascimentale e attorno diverse abitazioni antiche. In basso si trovano la piccola ma gradevole piazza Municipio su cui affacciano la vecchia sede del Municipio (oggi sede della biblioteca comunale) e la Chiesa Parrocchiale " San Giovanni Battista ed Evangelista" con interno barocco, con affreschi sulla volta e un pulpito ligneo anch'esso di stilebarocco. Su un altare moderno vi è una formella novecentesca rappresenta. La collina su cui sorge il centro storico è sormontata dal monte Morrone ( mt. 970 s.l.m. ) sui cui è ben visibile Fossa Licia, una dolina di origine carsica. La località San Francesco è caratterizzata dalla presenza del Convento di San Francesco che ha ospitato il Santo di Assisi durante uno dei suoi viaggi.

La località Borgo è invece caratterizzata oltre che dalla presenza di un vecchio nucleo di abitazioni dove un tempo era localizzata una stazione di posta, dalla presenza di insediamenti industriali ed artigianali.

Chiesa dei SS.Giovanni Battista ed Evangelista. Contiguo al borgo medioevale è il borgo antico, fatto di case vecchie di alcuni secoli e tuttora abitate, che comprende anche la chiesa dei SS. Giovanni Battista ed Evangelista. Dalle vie e piazze del borgo antico si possono scorgere la Valcomino ad est e la valle del Liri ad ovest. Lungo la strada che porta ad Alvito si trova la piccola chiesetta di San Rocco.  

Convento di San Francesco

A poca distanza sorge l'antico convento di S. Francesco, fondato direttamente da Francesco d'Assisi nel 1222, nel luogo dove si dice che abbia fatto sgorgare acqua dalla roccia, creando una fonte. Il convento conserva vari ricordi legato al santo di Assisi, quali un crocifisso in legno del X secolo dinanzi al quale Francesco era solito a pregare. Un pezzo di tavola che gli serviva da cuscino, un recipiente di marmo denominato "Botticino di San Francesco" utilizzato per contenere il vino da messa, e parte del cappuccio di rozza lana grigia da lui utilizzato. La fama di questo convento è dovuta anche all'apparizione al santo di un angelo con l'ampolla che è ritratto in un dipinto nella cappella dell'Angelo del convento.

Il Castello Longobardo di Vicalvi

Il Castello domina il borgo di Vicalvi e la verde Valle di Comino. Su una parete del Castello spicca una grossa croce rossa che risale alla Seconda Guerra Mondiale, quando il castello veniva usato come ospedale da campo  - Foto di Rocco Maltesi

Il castello Longobardo di Vicalvi, risalente all'XI secolo, si trova sulla sommità del colle interessato dall'omonimo paese della Valle di Comino, a ridosso dell'appennino abruzzese del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, in provincia di Frosinone. Benché si presenti come rudere, questo forma con le due cinte murarie poligonali, quasi integre, una vasta area fortificata, che consente di leggerne le varie fasi di costruzione, le funzioni e la strutturazione all'interno di un più ampio sistema difensivo, comprendente anche i vicini manieri di Alvito e Picinisco.

Prima possedimento longobardo, con principi di Capua, nel 1017 entrò nel possesso di Montecassino. I monaci lo tennero fino all'inizio del XIII secolo, quando passò alla famiglia d'Aquino, che ne rafforzò la fortificazione, cingendola di un doppio anello di mura. 

Dopo una breve successione, nel possedimento, fra gli Étendard e, ancora, i conti d'Aquino, il castello passò ai Cantelmo, i quali però, scegliendo come dimora il castello di Alvito, ne decretarono il repentino abbandono e la più lenta e graduale rovina.Il Duca di Alvito ad inizio XIX secolo decise di cederlo alla famiglia Celli (imparentata con la famiglia Marsella). 

I resti consentono di testimoniare le prime fasi di fortificazione all'epoca preromana, in particolare al V o al IV secolo a.C., laddove i primi documenti che attestano la presenza del castello sono del 937. 

A parte diversi successivi ampliamenti, la prima vera ristrutturazione si collocherebbe nel XIV secolo, durante il possesso degli Étendard, in base all'insieme di elementi strutturali orizzontali e verticali richiamanti lo stile gotico, compresa l'originale copertura a falda unica pendente verso l'interno.

La leggenda

Il castello di Vicalvi è anche noto alle cronache esoteriche, per le visioni che si sarebbero qui registrate. Secondo la leggenda, in effetti, il luogo sarebbe teatro delle apparizioni di una ex-cortigiana, tal Aleandra Maddaloni, un nome però del tutto estraneo alla storia del castello di Vicalvi e ai suoi diversi feudatari nel tempo. Lei sarebbe vissuta nel castello nel XVIII secolo, segnalandosi per aver fatto uccidere i giovani che seduceva, durante le assenze del marito. Questi però, avendola scoperta, la fece murare viva in una delle torri. 

 

Testo: Wikipedia

Foto di Tonino Bernardelli, Rocco Maltesi, Vincenzo Corona, che si ringraziano per averle concesse in uso alla Provincia di Frosinone. 

La Provincia non detiene i diritti d'autore delle foto pubblicate. Esse sono e restano di proprietà esclusiva degli autori.  

Ultimo aggiornamento

Giovedi 15 Aprile 2021