Le zone montane ove sorge Vallerotonda non furono del tutto spopolate nell’antichità: lo attestano resti archeologici trovati nell’Ottocento. La comunità montana comprende quattro abitati, il capoluogo risale al Medioevo, quando la popolazione venne raccolta in castelli fortificati per ordine degli abati cassinesi, signori dei luoghi. In particolare nel corso del Duecento, la comunità fu riorganizzata dall’abate Bernardo Ayglerio che fissò prestazioni e obblighi degli abitanti del villaggio.
Da vari documenti si deduce che fosse una piccola e pacifica comunità, dedita essenzialmente alla pastorizia e a un’agricoltura marginale. Vallerotonda, come i paesi contermini, essendo situata fuori dai grandi itinerari su alte colline, visse sempre una vita stentata per le magre risorse dei luoghi. All’emigrazione si ricorse soprattutto a partire dall’unità italiana e fino al secondo dopoguerra; poi, l’isolamento è finito per il ritorno definitivo o stagionale di buona parte della popolazione.
In genere il paese subì passivamente i grandi avvenimenti della storia, ma un abitante della frazione Cardito si distinse nella rivolta antiunitaria e filoborbonica: il brigante Cetrillo che, secondo le cronache, fu più un vero guerrigliero che un bandito. Si oppose sul terreno alle forze unitarie e passò diversi anni in carcere, morì poi libero pastore in mezzo alle sue montagne. Un periodo molto oscuro fu quello della seconda guerra mondiale, quando il fronte si attestò a Cassino, e Vallerotonda si trovò nelle retrovie. La popolazione fu costretta a subire continue angherie naziste. Le truppe tedesche si resero responsabili di una strage effettuata il 29 dicembre 1943 a Collelungo con l’uccisione di 42 persone, fra cui un neonato
Il nucleo di Vallerotonda sorge sopra un colle, già fortificato e posto a sbarramento degli antichi sentieri di transumanza, e si distende verso il basso lungo il crinale; il castello è diventato un bel palazzo moderno che conserva qualche linea dell’antico edificio. La parte bassa del paese ospita la piazza principale con la restaurata Chiesa dell’Assunta, dalle belle linee barocche; all’interno un interessante quadro seicentesco di Marco Mazzaroppi, raffigurante l’Assunzione della Vergine. Vicino a questa chiesa è posto un palazzo rinascimentale; diverse abitazioni baroccheggianti fiancheggiano la via principale che scende fino a una massiccia porta a sesto acuto. Qualche elemento decorativo è particolarmente curioso, come la doppia iscrizione su un portale: “ostium”, “non hostium”. Il paese, formato da abitazioni di piccole dimensioni in parte ricostruite dopo il terremoto del 1984, ha conservato la sua fisionomia di borgo tradizionale.
Vallerotonda e le sue grosse frazioni, Valvori, Cardito e Cerreto, si trovano sulle Mainarde, fra pittoreschi scenari montani: il lago artificiale La Selva, in Cardito, è in una conca circondata da folti boschi.
Molto suggestiva è la pineta, di circa 600 ettari, piantata fra il 1904 e il 1924 per il rimboschimento: vi dominano il pino e l’abete; questo bel bosco, facilmente raggiungibile, è frequentato dai campeggiatori.
La popolazione, di forti tradizioni montane, viste tramontare la società e le tradizionali occupazioni pastorali e agricole, continua a coltivare assai modeste estensioni di terra e cerca di utilizzare i pascoli circostanti con greggi sempre più ridotti.
Pochi lavorano nelle fabbriche e la gran parte degli abitanti è costituita da anziani. D’estate torna un buon numero di emigranti dall’Italia del nord, dalla Francia, dalla Germania e dall’Inghilterra.
Testo: La Ciociaria.it
Foto di Ferdinando Potenti, Stefano di Stefano, maryanne20aprile, che si ringraziano per averle concesse in uso alla Provincia di Frosinone.
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