Il centro storico di Casalvieri si presenta al visitatore in tutto il suo magnetismo: le strade e i vicoli, costeggiate da palazzi signorili, identificabili da stemmi e portali come da botteghe artigiane, costituiscono, insieme a quelle dei numerosi borghi e contrade, l’ordito su cui si dispiega parte della storia di questa comunità. Un patrimonio architettonico inaspettato e misconosciuto si schiude agli occhi del visitatore attratto dalle anguste vie medioevali, in un susseguirsi di archi, logge, terrazze.
Il territorio comunale racchiude nel suo perimetro un paesaggio prevalentemente collinare, pianeggiante coltivato lungo il fiume nella sua parte meridionale, montuoso nella parte più occidentale, occupata dalle pendici settentrionali del Massiccio del Monte Cairo, dove comunque non supera i 697 m del rilievo chiamato il Monte di Togna.
Il paese, si trova a 380 m s.l.m., sulla sommità di una collina che si sviluppa nella Valle di Comino, con alle pendici il Melfa, affluente di sinistra del Liri.
Vi sono presenti fenomeni carsici ("Fossa di Cavallo")
Archeologicamente il territorio comunale ha restituito tracce di frequentazione umana risalenti al paleolitico medio e resti di possibili insediamenti di epoca romana, ai confini tra i municipi di Atina e di Arpino.
Il toponimo è testimoniato dal 1017 e nel 1046 è citata l'esistenza di un castello della contea che nel 1076 era di proprietà dell'abbazia di Montecassino, insieme a due piccoli conventi (Monte Sant'Angelo Pescomascolino e San Nazario) che si trovavano al confine con l'attuale territorio di Casalattico.
A causa della sua posizione strategica, nel punto in cui la valle di Comino si immette nella media valle del Liri con uno stretto passaggio, passò sotto diversi proprietari: tra il 1583 e il 1796 fu feudo dei Boncompagni, sotto i i quali vennero costruiti diversi muini lungo il fiume.
Durante l'occupazione francese diversi abitanti fecero parte delle bande capeggiate da fra' Diavolo e dopo l'annessione al Regno d'Italia vi furono fenomeni di brigantaggio.
L'incremento demografico che si ebbe per tutto il XIX secolo fece raggiungere al paese una popolazione di circa 7000 abitanti, ma in seguito si ebbe un declino demografico, dovuto alla numerosa emigrazione, in particolare tra gli anni trenta e i sessanta . Nel 1915 fu colpita dal terremoto di Avezzano e subì durante la seconda guerra mondiale l'occupazione tedesca nazista e ingenti bombardamenti.
Santuario di Santa Maria delle Rose
Il santuario, dichiarato monumento nazionale sorge presso la frazione di Roselli, sul colle omonimo del Conte.
La costruzione dell'attuale edificio fu iniziata il 20 aprile del 1636, in sostituzione di una cappella che era stata edificata sul luogo in cui la Madonna sarebbe apparsa in un roseto ad una piccola muta che pascolava le pecore e che dopo l'apparizione avrebbe riacquistato la parola.
La chiesa ha una facciata ornata ad aree in bugnato a punta di diamante, alternate ad aree con pietre lisce.
In origine la chiesa aveva navata unica con sei cappelle laterali, ma alla fine del XIX secolo vi furono aggiunte due navate laterali. L'edificio subì danni a causa di diversi terremoti (1654, 1915, 1980 e 1984. All'interno si conservano due sculture lignee di scuola napoletana: un Crocifisso della metà del XVII secolo e una statua dell'Annunziata del XVIII secolo.
Chiesa dei Santi Giovanni Battista, Evangelista
La Chiesa dei Santissimi Giovanni Battista ed Evangelista di Casalvieri è opera dell’architetto Giacomo del Sole. La costruzione, in stile barocco, durò all’incirca trentacinque anni, dal 1726 al 1760.
La facciata è imponente e bellissima, decorata da lesene e da finestre circondate da fogliami, metope e triglifi, mentre in alto ai due lati rispetto al portale vi sono due nicchie con le statue di Santi.
L’interno è a tre navate, quella centrale ha un soffitto con volta a botte e lunette, mentre quelle laterali sono caratterizzate da volte a crociera.
L’altare maggiore è decorato in oro zecchino e vi sono custodite le reliquie di Sant’Onorio, protettore di Casalvieri.
Ai lati troviamo gli altari delle famiglie nobili locali e le pareti decorate con affreschi del Cavalier d'Arpino, tra i quali spicca “L’Assunta”, opera di Fabrizio Santafede.
Numerose altre opere di pregio caratterizzano la chiesa, tra cui la “Visitazione”, “La Deposizione di San Sebastiano” e “La Crocifissione con anime del Purgatorio”.
Nei pressi della Chiesa troviamo anche Palazzo Iacobelli e Palazzo Boncompagni.
Testo: Wikipedia
La storia
Casalvieri e la Valle di Comino sono state abitate sin dalla più remota antichità subendo, nel corso dei secoli, svariate e successive dominazioni. Resti del Clactoniano medio (350.00-400.000 anni fa) sono stati rinvenuti in territorio di Casalvieri sin dall’inizio del secolo scorso. Non è chiaro il periodo in cui le popolazioni autoctone siano state sopraffatte ma è probabile che questo sia avvenuto al seguito del grande flusso migratorio che interessò le tribù umbro-sabelliche sin dal VIII sec. A.C. I Volsci sono stata la prima popolazione preitalica che ebbe il controllo della Valle di Comino anche se il loro dominio durò poco perché soppiantati dai Sanniti che, nella loro lenta espansione verso terre più fertili, entrarono in rotta di collisione con gli interessi Romani provocando la 1^ guerra Sannitica nel 354 A.C.
E’ ormai storicamente provato che l’inizio della grande espansione Romana verso sud, coincise con la vittoria sulla confederazione Sannita nella 3° guerra Sannitica (che secondo Livio iniziò nel 298 A.C.). La Media Valle del Liri e la Valle di Comino fecero da palcoscenico ad uno dei più cruenti scontri del primo periodo di espansione che consacrò la posizione dominante di Roma sulla penisola.
Nel profondo medioevo la Valle di Comino, compresa Casalvieri, fu parte del Ducato di Benevento prima e del Principato di Salerno poi (Casalvieri ricorre la prima volta nell’anno 1017 in un diploma di Guaimario IV che era il principe di Salerno a quel tempo). Subito dopo fu territorio della Contea di Capua, dei Pagano Signori di S. Giovanni e di Cavalieri Normanni. Fu possedimento Pontificio ai tempi di Innocenzo III e feudo dei Signori d’Aquino e, ancora, parte integrante della Contea d’Arpino. Nel Cinquecento fu possedimento dei Della Rovere ed infine, dal 1580 fino al 1796, dei Boncompagni.
Non possono certo tacersi, inoltre, le vicende storiche legate al periodo borbonico ed al successivo periodo post-unitario, durante i quali Casalvieri e la Valle fecero parte della Terra di Lavoro (Provincia di Caserta). Fasi che contraddistinsero la vita delle popolazioni locali soprattutto per il perpetuarsi delle condizioni di povertà e per l’esplodere del fenomeno del brigantaggio.
Neanche dopo il 1927, anno di nascita della Provincia di Frosinone, le condizioni di vita economica e sociale mutarono. Anzi, con la tragica esperienza delle due Guerre Mondiali esplose il fenomeno dell’emigrazione di massa da terre ormai senza futuro e che, ancor oggi, conservano usi, costumi e mentalità più borboniche che papaline.
La storia del nostro comune, i cui suoli furono abitati sin dai tempi più remoti, fa perdere le sue tracce dai tempi dell’età repubblicana sino al medioevo, quando esse riaffiorano, in un documento cartaceo datato 1016 D. C. e conservato a Montecassino: in esso si attesta che Landone, signore di Arpino, dona all’abbazia cassinese, un proprio tenimento sito nelle pertinenze di Vicalvi, vicino al confine con la fontana di “Casa Selberi”.
Alla ricostruzione di periodi circoscritti della storia di Casalvieri hanno offerto, sino ad oggi, il proprio contributo alcuni cultori ed appassionati. Tra costoro, merita un posto di primo piano, Padre Michele Jacobelli, che seppe dare impulso alla ricerca storica in Val Comino: il suo apporto, pur discutibile e non sempre condiviso, ha consentito tuttavia di creare un interesse, dilatatosi nel tempo, verso la ricostruzione di periodi nevralgici per le sorti del nostro territorio.
Pur preservandosi molte tracce, evidenti nel patrimonio architettonico, anche minore e negli importanti siti di interesse archeologico, oltre che nella memoria, alcuni periodi restano ancora oscuri: pertanto una vera e propria storia deve essere complessivamente rintracciata.
E’ auspicabile, in tal senso, un contributo da tempo atteso, di Guido Pescosolido, esimio storico dell’età moderna e risorgimentale, Casalvierano, Preside presso la facoltà di Lettere e Filosofia di Roma “Minerva”.
Di seguito sono riportate alcune indicazioni bibliografiche essenziali e generali, necessarie, queste ultime, per meglio conoscere il contesto generale.
Il centro storico
Il centro storico di Casalvieri si presenta al visitatore in tutto il suo magnetismo: le strade e i vicoli, costeggiate da palazzi signorili, identificabili da stemmi e portali come da botteghe artigiane, costituiscono, insieme a quelle dei numerosi borghi e contrade, l’ordito su cui si dispiega parte della storia di questa comunità. Un patrimonio architettonico inaspettato e misconosciuto si schiude agli occhi del visitatore attratto dalle anguste vie medioevali, in un susseguirsi di archi, logge, terrazze.
Attraversiamo la Porta di San Giovanni, incastonata nella cinta Muraria, che, pur essendo stata rimaneggiata, conserva le caratteristiche originarie del periodo di edificazione, risalenti presumibilmente al XIII secolo. Ai lati due torri, il torrione e la Torre grande coeve, oggi adibite ad abitazione.
Percorrendo la Strada di Sotto, incontriamo sulla destra il seicentesco Palazzo Rezza, appoggiato in parte sulla cinta muraria, che ingloba al suo interno un torrione. Esso si presenta con un semplice prospetto di pietra e cornicione aggettante, abbellito da un balcone.
Sulla sinistra appare imponente al visitatore Palazzo Ianni, nelle cui mura sono evidenti le tracce piu’ antiche dell’abitato. Un susseguirsi di abitazioni cinque-seicentesche si affacciano sul ruscello di Santa Lucia. Le parti diroccate imprimono suggestioni ai luoghi. La strada incontra la Chiesa di San Nicola, ad una navata con prospetto severo e lineare, addossata all’imponente Palazzo Fanelli, già De Vecchis che lo edificò all’inizio del Seicento nelle immediate vicinanze della Porta Maggiore, via di accesso principale al centro storico. L’edificio, a pianta quadrata, con androne di ingresso a volta, affrescata, come il salone a piano nobile, preserva la sua veste barocca caratterizzata da un balcone con ringhiera bombata in ferro battuto, con motivi floreali e due portali abbelliti da stipiti di pietra ed arco a tutto sesto.
Ritornando sulla via principale, fiancheggiata da antiche botteghe e abitazioni in pietra in cui si intravedono feritoie, testimonianza della necessità di difesa della popolazione, e percorrendola tutta, ci troviamo dinanzi alla Collegiata dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista. L’edificio settecentesco fu progettato da Giacomo Del Sole. La facciata Barocca presenta due statue in nicchie parietali. L’interno a tre navate è costituito da un imponente altare maggiore decorato in oro zecchino che accoglie le spoglie di San’Onorio protettore di Casalvieri. Ai lati gli altari delle famiglie gentilizie del luogo e le pareti decorate con affreschi del Cavalier d’Arpino e arricchite da dipinti del Settecento.
Palazzo Iacobelli, edificato tra il Cinquecento e il Settecento. Tre fornici sovrapposte a tutto sesto mettono in comunicazione la parte piu’ antica a quella recente. La facciata settecentesca è divisa in tre ordini a fasce marcapiano. Il portale, con bugne laterali, è sormontato da un balcone sporgente con timpano triangolare - Foto di Ferdinando Potenti
Alla sinistra della Collegiata il Palazzo Iacobelli, grosso complesso edificato tra il Cinquecento e il Settecento. Il Largo Morelli, situato piu’ in alto rispetto alla vicina Collegiata, accoglie il Palazzo Boncompagni, costruito dalla famiglia principesca alla fine del Cinquecento. E’ un massiccio edificio di pietra, con contrafforti sul lato nord est e presenta tracce di logge successivamente tamponate. Domina la sottostante valle con una possente parete di pietra.
Il nucleo del centro storico si è successivamente ampliato nella seconda metà dell’Ottocento, ai piedi del quale sono sorte nuove costruzioni a partire da Piazza Municipio, dove troviamo la sede comunale.
Nella adiacente piazza San Rocco, dove sorge la piccola chiesetta dedicata a questo potente taumaturgo e molto frequentata dai devoti nel mese di agosto, si staglia Palazzo Iacobelli ora Scuola materna Piemonte, costruito da Gregorio Iacobelli verso il 1850. Fu lasciato in eredità al Comitato Centrale Piemontese e successivamente trasformato in edificio scolastico per opera del Generale Coletti.
Percorrendo la strada che dal centro storico di Casalvieri porta all’antico borgo di Roselli ci imbattiamo nella Fontana di Santa Lucia. A Roselli ci troviamo di fronte uno dei pochi e preziosi esempi di bugnato che abbelliscono e caratterizzano la facciata del Santuario Santa Maria delle Rose
Tra i palazzi degni di nota sottolineiamo uno fra tutti il Palazzo Cellitto in località Collefosse- Fratta di Rose, conosciuto come “Villa dei Misteri”, con evidenti e pregevoli fregi massonici, incastonati nella facciata. L’antico Palazzo apparteneva alla famiglia De Vecchis e poi fu acquisito dalla famiglia Fanelli.
Altre tracce significative relative alla storia di questa comunità sono rintracciabili in altri segmenti del territorio, peraltro ricco di reperti e siti archeologici. Da ricordare le Tombe romane, denominate Muracce, in località Muracce, il sito di Pescarola, alle Casette, impianto termale di epoca romana, il Museo Civico “Padre Michele Jacobelli”, nonché il Ponte Romano in località Casal delle Mole. Chiese, cappelle, edicole votive rupestri, che segnalano la forte religiosità dei casalvierani. Casali e casini di campagna, fontane e mulini contraddistinguono in modo armonico le numerosissime contrade e frazioni.
Troviamo, infatti, le chiese di Sant’Antonio Abate a Collefosse, Sant’Antonio di Padova a Casal delle Mole, Santa Maria delle Grazie a Purgatorio, San Giacomo a Sorelle, San Pietro a San Pietro. Le fontane di San Martino in località San Martino, Conte Berio a Collefosse, Scientella a Canalara.
A far da cornice una natura incontaminata, caratterizzata da ampie superfici boschive, con querce centenarie: dal monte di Togna è possibile godere di un panorama straordinariamente ampio, che abbraccia tutta la Valle di Comino, parte della valle del Liri e della Val Roveto.
Testo: Comune di Casalvieri
L'industria dei palloncini
Casalvieri è il paese dei palloncini famoso in tutto il mondo. Sin dall'800 sono nate diverse di imprese che esportano ovunque milioni di palloncini di ogni colore e di ogni forma.
Un murales allegro e colorato dà il benvenuto alla piccola città. Si tratta del volto di Coluche, il più famoso attore comico e clown francese con origini italiane: suo padre Honorio Colucci è infatti originario di Casalvieri
Coluche, nome d’arte di Michel Gérard Joseph Colucci (1944-1986), è stato un attore e comico francese di origine italiana. Nato a Parigi figlio di un immigrato italiano originario di Casalvieri, Onorio Colucci e di Simone Bouyer, detta Monette. Adottò il nome d’arte di Coluche all’età di 26 anni, quando cominciò la sua carriera. Divenne celebre per le sue battute e il suo atteggiamento irriverente verso la politica e il governo. Il 30 ottobre del 1980, in un periodo critico per la Francia, in cui la disoccupazione e l’inflazione galoppavano, durante una conferenza stampa presso il théâtre du Gymnase annunciò di volersi candidare alle elezioni presidenziali francesidel 1981. Tutti pensavano stesse scherzando, anche se in seguito perfino alcuni intellettuali del calibro di Pierre Bourdieu, Félix Guattari e Gilles Deleuze presero a sostenerlo accaloratamente; abbandonò il progetto a causa delle forti tensioni scatenate dai sondaggi a lui favorevoli (alcuni dei quali rilevarono fino al 16% dei consensi). In tale occasione, il suo collaboratore René Gorlin fu assassinato, ed egli ricevette anche delle minacce. Per questo motivo, nell’aprile del 1981, annunciò il suo ritiro dalla candidatura.
Nel 1983 Coluche ricevette il Premio César come migliore attore per la sua interpretazione nel film Ciao amico (Tchao pantin).
Nel 1985, nel film di Dino Risi: “Scemo di guerra”, recita al fianco del comico italiano Beppe Grillo.
Nel 1985 fondò i Restos du cœur, un’associazione che raccoglie cibo, soldi e vestiti per i bisognosi e i senzatetto. L’anno dopo iniziò a promuovere l’associazione proponendo ad alcuni vip uno spettacolo di beneficenza, che è organizzato annualmente e trasmesso in tv. Assieme all’Abbé Pierre fecero proprio questo motto, di Jacques Brel: N’étaient pas du même bord, mais cherchaient le même port (“Non erano della stessa sponda, ma cercavano lo stesso porto”). Morì il 19 giugno 1986, per un incidente in moto, mentre percorreva la strada da Cannes a Opio
Casalvieri è un paese che ha subito una forte emigrazione e le famiglie all’estero, la maggior parte in Canada e in Irlanda, hanno mantenuto grandi legami con il loro paese natale al punto che il santo è diventato anche il protettore degli emigranti. Molti tornano a maggio proprio per celebrare il giorno del patrono e per soddisfare i bisogni di chi non può viaggiare, è stato organizzata una seconda festa nel mese di agosto.
Foto di Emilia Trovini, Ferdinando Potenti, Lauro Apruzzese, Francesco Picano, che si ringraziano per averle concesse in uso alla Provincia di Frosinone.
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Ultimo aggiornamento
Venerdi 20 Settembre 2024