Vallecorsa, la città dell'Olio

Il centro abitato si erge su una collina ai piedi del Monte Calvilli nei Monti Ausoni. Ricca di uliveti coltivati in terrazzamenti costruiti sui muri a secco: le “macere”.

Data di pubblicazione:
23 Settembre 2020
Vallecorsa, la città dell'Olio

Un’opera unica nel suo genere, centinaia di chilometri che si distribuiscono lungo tutta la superficie collinare che circonda l’abitato, impressionante testimonianza della peculiare operosità che contraddistingue i cittadini di Vallecorsa.

Vallecorsa nasce nel Medioevo come feudo militare: appartenne dapprima alla famiglia Dell’Aquila, per poi passare ai Caetani fino al Quattrocento per poi divenire possesso dei Colonna, sotto il cui dominio rimase fino alla devoluzione dei feudi. 

Anche se dopo la guerra, detta di Campagna, lo stato pontificio non sostenne più combattimenti in Ciociaria, Vallecorsa conservò il carattere di feudo militare con i bellicosi Colonna.

Nel corso del Cinquecento Vallecorsa, venuto a far parte definitivamente dello stato pontificio, fu coinvolto dai Colonna nelle loro avventure dinastiche e di contrapposizione al papato.

Le vicende della rivoluzione francese e quelle napoleoniche influirono sulla vita di Vallecorsa provocando delle violente ribellioni nella popolazione, ribellioni che diedero origine al brigantaggio: Vallecorsa è stato uno dei centri più coinvolti sia per il numero che per il ruolo dei pastori e contadini diventati briganti.

Conosciuta per la cinta muraria poligonale che si apriva con 4 porte, tuttora esistenti, tra le quali la più rilevante è quella detta di Missoria, la cittadina è ricca di chiese. 

Alcune conservano opere d’arte notevoli, come la Chiesa di San Michele Arcangelo, nella quale sono custodite le tele di Jacopo Zucchi, allievo del Vasari, e di Sebastiano Conca, come pure nella Chiesa di San Martino si segnala un Crocifisso ligneo del XVI secolo.

Testo: Parco Naturale Regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi

La città dell'Olio

La Città dell’Olio di Vallecorsa taglia un importante traguardo ed entra nella storia. I suoi suggestivi Oliveti terrazzati sono, infatti, il primo paesaggio olivetato ad entrare nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali del Mipaaf. 

Con la firma del decreto n. 12869 del 2 maggio 2017, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina ha ufficializzato la decisione dichiarando – in calce al decreto – che: 

"gli Oliveti terrazzati di Vallecorsa costituiscono un paesaggio rurale di interesse storico tra i più significativi nel panorama dell’olivicoltura” 

(la cui presenza è attestata dagli Statuti concessi dalla famiglia Caetani nel 1327 e rimasti in vigore nei secoli successivi).

ll riconoscimento del Mipaaf alla Città dell’Olio di Vallecorsa arriva al termine di un percorso di candidatura promosso dall’Associazione nazionale Città dell’Olio e cominciato qualche mese fa con la presentazione della candidatura ufficiale a cui è seguita una prima selezione nella quale gli Oliveti terrazzati sono risultati tra i 15 paesaggi (dei 32 al vaglio della commissione) idonei alla fase successiva, cioè la presentazione del dossier.

Dossier che è stato poi esaminato dall’Osservatorio Nazionale del Paesaggio Rurale, delle Pratiche Agricole e Conoscenze Tradizionali del Mipaaf nell’incontro di Roma che ha portato alla decisione definitiva.

Questo traguardo rappresenta un grande privilegio per il nostro piccolo comune. Sentir definire il nostro scenario agreste, “un paesaggio rurale di interesse storico tra i più significativi dell’olivicoltura nazionale”, naturalmente ci riempie di orgoglio – ha dichiarato Michele Antoniani Sindaco di Vallecorsa -.

"È grazie al duro lavoro dei nostri antenati che hanno, con sacrificio, coltivato la terra sui blocchi calcarei delle colline vallecorsane che i terrazzamenti, a cui è attribuito il nome particolare di ‘macere’, sono oggi considerati un patrimonio incomparabile, espressione profonda della nostra identità e dell’immagine culturale del nostro paese. Sono fortemente convinto che questo riconoscimento aggiunga, al già distintivo valore di bene ambientale e culturale dei terrazzamenti, un importantissimo valore nel panorama nazionale, contribuendo alla valorizzazione dei prodotti tipici e del turismo rurale. La nostra Amministrazione intende dare nuovo impulso alla promozione del paesaggio terrazzato per migliorarne e semplificarne la fruizione turistica e la conseguente ricaduta economico sul territorio”.

Testo: Il Giornale Nuovo    

Chiesa di San Martino

Si trova nella parte alta del paese. Vi si accede dalla scalinata che scende da P.zza Vittime Civili di Guerra. 

E’ molto antica, con il culto del Santo risalente all’Alto Medioevo, forse accentuato dalla influenza longobarda.

L’attuale chiesa risale intorno all’anno Mille, con la facciata in pietra e tre navate interne di stile romanico. Preziosi sono i marmi degli altari e delle colonne che sorreggono l’organo. Di pregio sono un crocifisso in legno e grandi tele ad olio

Dal 1412anno del ritrovamento su una parete dell’immagine della Madonna (forse opera di un monaco benedettino), si è affermato e diffuso il culto della Madonna della Sanità.

Chiesa di San Michele Arcangelo

E' nella parte bassa del paese. Anch’essa è molto antica e il culto del Santo, che è stato proclamato Protettore Principale alla fine del ‘700, risale forse alla presenza longobarda. Rifatta nel tempo, è ad unica navata con pilastri e capitelli di ordine dorico.

Nell’abside, dietro l’altare Maggiore, è la nicchia con la statua di San Michele Arcangelo.

La Chiesa è arricchita da pregiati quadri ad olio; di valore è un polittico cinquecentesco di Jacopo Zucchi.

Qui fu girata una scena del film La Ciociarafilm di Vittorio de Sica che valse l’Oscar a Sophia Loren come migliore attrice protagonista.

La scena è quella in cui  Rosetta e  Cesira si rifugiano nella chiesa, immediatamente prima dello stupro ad opera dei  militari marocchini. La scena interna alla chiesa fu invece girata a San Francesco d'Assisi di Fondi.

Testo:  Comune di Vallecorsa

 

Foto di Emilia Trovini, Ferdinando Potenti, Enzo Sorci, Stefano Strani, Maurizio Ciliegi, Fabrizio Monti,  che si ringraziano per averle concesse in uso alla Provincia di Frosinone.   

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Ultimo aggiornamento

Venerdi 20 Settembre 2024