Chiamala scienza
Giuseppina Bonaviri
La scienza fa progressi veri e non ci sono politiche negazioniste che potranno fermarla mai.
La scienza è pura ed è una grande avventura dello spirito. Contamina eticamente sotto la regia del cervello e della ragione. Bisogna esserne consapevoli ed è anche per questo che vanno riconosciute le eccellenze sul campo.
Va detto basta alle finzioni di assecondamento per comodo di quei tanti idioti alla guida di nazioni ed entroterra.
Questo concetto andrebbe condiviso con chi crede di potere produrre riforme politiche ed amministrative reali e non certo per i propri interessi personali.
E come naturalmente ogni buon governo sa fare, garantire evoluzione, tradizione, cambiamento accettabile ed immediato puntando sul merito e sulla competenza, sulla ricerca e sul Pil, sull'alta formazione, sulle nuove tecnologie, sulla innovazione scientifica.
Oggi però non è così.
Il degrado dei costumi, un involgarimento della morale del ceto medio politico caratterizzato da bassa coscienza etica e cultura ha stabilito standard di livelli di mediocrità sociale, segregando le menti migliori.
Ma non certo per questo il progresso arretra anzi si concretizza su nuove scoperte.
Basti ricordiare le recenti scoperte con la Intelligenza Artificiale in grado di prevedere e prevenire.
Un semplice esempio, ne è la recidiva del tumore alla prostata.
Si ricorda che nella comunità europea al 2025 verranno fatte 363.000 nuove diagnosi di Prc.
Ecco che la ricerca di alcuni Istituti di informatica e telematica come Pisa ha utilizzato una lista di geni marcatori sviluppando un metodo computazionale di apprendimento automatico per analizzarlo "capace di predire con alta precisione l’anno di insorgenza della recidiva dopo l’asportazione del tessuto tumorale".
Questo studio può fornire un importante contributo alla possibilità di personalizzare la cura con più alte probabilità di sopravvivenza. Non è un caso che andranno attualizzati quindi tutti quei protocolli per una medicina di genere anche localmente- come da noi già proposto agli enti di riferimento territoriali idonei-.
Vanno considerati ancora, gli avanzamenti in ambito di demenza che ne rallentano il declino cognitivo. Ne sono un esempio i farmaci sperimentati come gli anticorpi monoclonali, avvio ad una nuova era di terapie molecolari per la malattia dell' Alzheimer e per i disturbi neurodegenerativi correlati.
A confermarlo da poche ore sono i colleghi ricercatori dell'Imaging Biomedico dell'Università della California, San Francisco, e del Weill Institute for Neurosciences.
Va creata sul serio, allora, la nuova classe di politici e dirigenti.
Non a partire semplicemente, però, dai pregressi involuti inciuci di vertici come invece vorrebbe propinarci un certo tipo di stampa di regime locale ormai non più credibile.
Ma poggiando i dati su una informazione colta e prestigiosa, non più opinabile o, peggio, solo sulle convenienze dettate da intrighi trasversali tra i luoghi di poteri e i propri personali vantaggi.