L'Italia si piazza all’87esimo posto su 146 nel Global Gender Gap Report del 2024.
È seguita in Europa solo da Ungheria e Repubblica Ceca. Da questo dato partono le riflessioni dell’Osservatorio sulle pari opportunità nelle professioni ordinistiche, che ha promosso 'la prima ricerca psicosociale inter-ordinistica nazionale sul gender gap.'
Attraverso un questionario anonimo autosomministrato hanno risposto complessivamente oltre 7.500 iscritte.
La ricerca mira a "misurare la percezione delle pari opportunità che uomini e donne hanno all’interno dei singoli ordini".
Emerge che qualora ci siano garanzie sull’accesso alla professione non ce ne sono invece "nei percorsi di carriera, nei ruoli apicali e nel reddito".
L’equità non è solamente un principio etico ma "una garanzia di benessere dal punto di vista dell’esperienza dei singoli e della società, mentre le disuguaglianze sono un predittore statistico di disagio psicologico".
Le norme ovviamente sono importanti e l'attuale legge sulla certificazione di Parità di genere, i fondi PNRR e per finire l’Agenda Europa 2030 lo dicono chiaramente. Secondo le stime per una reale equità tra i generi occorrerebbero ancora 150 anni.
Manca la formazione a partire proprio dalle amministrazioni e dagli enti specifici.
I dati del Rapporto annuale Censis-Cassa Forense nel 2022 confermano poi uno scarto di oltre 30mila euro a discapito delle professioniste.
Nelle professioni emerge una “segregazione verticale” infatti proprio rispetto ai ruoli apicali.
Le donne si ritrovano "quasi esclusivamente nei comitati pari opportunità" tanto che "su 121 ordini territoriali, i Presidenti del Consiglio maschi sono l’86% e le donne il 14%, mentre nei Cpo avviene l’esatto contrario".
E proprio oggi il Comune di Roma ottiene la certificazione di parità di genere.
Un riconoscimento, si legge in una nota, "simbolo di un cambiamento strutturale nella piu' grande amministrazione pubblica italiana, ottenuto dopo un percorso durato oltre due anni, con il coinvolgimento di tutte le strutture dell'amministrazione, composta da oltre 23 mila dipendenti".
Il lavoro per conseguire l'attestazione e' iniziato con "l'analisi della situazione interna e con la revisione delle politiche di gestione del personale, fino all'adozione di strumenti per garantire equita' retributiva, accesso alle posizioni di leadership e misure di conciliazione vita-lavoro". Un impegno che ha coinvolto in maniera trasversale tutte le strutture capitoline dai dipartimenti Pari opportunita', alle Risorse umane, Trasformazione digitale, Comunicazione ed il Comitato unico di garanzia (Cug).
Nei prossimi giorni, intanto, è stato calendarizzato un incontro con i Sindaci del frusinate proprio per dirimere dubbi e debolezze di un percorso obbligato che in qualità di Consigliere di Parità provinciali sosterremo fortemente nella sua emancipazione e nelle fasi di sviluppo interno.
Giuseppina Bonaviri