La Danzatrice di AMLETO CATALDI

"La Danzatrice", collocata nell'atrio del Palazzo della Provincia di Frosinone, è oggetto di continua ammirazione.

Data di pubblicazione:
13 Settembre 2020
La Danzatrice di AMLETO CATALDI

"La Danzatrice", collocata nell'atrio del Palazzo della Provincia di Frosinone, è oggetto di continua ammirazione.

L'opera è di Amleto Cataldi, artista celebre nei primi decenni del secolo scorso e misconosciuto in seguito, come è accaduto per molti esponenti delle arti di quel periodo, ha vissuto per molti anni nella nostra provincia, tra Castrocielo e Roccasecca, dove vivono ancora dei suoi parenti. Per questo, quando Michele Santulli, un collezionista arpinate, ha comunicato di aver acquistato all'asta, negli Stati Uniti, la celebre opera di Cataldi, l'assessore alla cultura della Provincia, Antonio Abbate non ha esitato a creare un evento che potesse valorizzarla: il tentativo, come è noto, è di recuperare la qualità dell'offerta della nostra provincia e applicare una sorte di federalismo culturale che ci porti a consumare e valorizzare quanto c'è di indubbio valore e che, invece, non è stato mai preso, colpevolmente, in considerazione. 

La scelta di far "scoprire" la statua bronzea da una vera danzatrice nella cerimonia di inaugurazione si è rivelata particolarmente suggestiva e molto interessante, la descrizione critica affidata alla sapienza di un mostro sacro della critica artistica italiana come Luigi Tallarico, presente a Frosinone. La collocazione nell'atrio del Palazzo della Provincia, particolarmente efficace, è stata curata dal professor Luigi Fiorletta, dell'Accademia delle Belle Arti di Frosinone. L'Accademia ha partecipato ufficialmente, rappresentata nella serata inaugurale, dal suo presidente. 

"Amleto Cataldi è stato uno degli scultori italiani più apprezzati nei primi decenni del XX secolo, per la sua capacità di tracciare e percorrere una propria strada di ricerca espressiva, guardando alla tradizione e rinnovandola, senza lasciarsi affascinare dalle soluzioni di sperimentazione spinta tentate dalle avanguardie. E forse proprio per questo alla sua morte la sua opera è stata avvolta da un velo di silenzio che solo ora comincia ad essere stappato, per ricollocarlo lì dove il suo percorso di ricerca lo aveva condotto, alla ribalta internazionale dei premi, delle mostre e delle commissioni. 

Il suo linguaggio formale si indirizza fin dall’inizio, e per tutta la sua breve vita, verso un ideale di bellezza e grazia classiche, che si materializza principalmente in figure femminili morbidamente definite, come dimostrano la Fanciulla con anfora collocata nella fontana a scogliera di Villa Borghese, la Danzatrice velata del Foyer del Teatro Politeama di Palermo o ancora la Portatrice d’acqua della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, e in figure maschili di grande forza, come i gruppi scultorei realizzati per lo Stadio Nazionale a Roma, raffiguranti i podisti, i lottatori, i pugili e i calciatori.

Le opere migliori di quegli anni sono, infatti, nudi di donna, armoniosamente costruiti secondo un ricercatissimo equilibrio dei volumi e dello spazio, ma anche le immagini di una virilità senza tempo, che colpiscono per la grande energia che sono capaci di trasmettere. Proprio queste sono le opere che la critica nota e apprezza, che alcuni collezionisti e mercanti acquistano e che lo portano ad essere conosciuto in Italia e all’estero. 

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La danzatrice che l’Amministrazione Provinciale di Frosinone si onora di accogliere nel suo Palazzo con l’intento di porre l’accento su un artista di questa terra, ma che la Ciociaria poco conosce, fu realizzata nel 1920. Fu molto ammirata in una mostra a Parigi tanto che il vecchio Auguste Rodin ne sottolineò la “ritmica armonia e il silenzio attivo”. 

Un’occasione importante questa perché offre ad ognuno la possibilità di riappropriarsi di una personalità rilevante nel multiforme panorama dell’arte del ‘900 e, soprattutto, di comprendere la profondità dell’apporto che questo nostro territorio ha saputo offrire alla cultura italiana e internazionale. 

In conclusione, mi preme ringraziare il Prof. Michele Santulli, che da anni si adopera per far conoscere la nostra terra, i suoi costumi e la sua cultura e che per il ritorno in patria di questa meravigliosa scultura ha sollecitato l’intervento dell’Istituzione provinciale. Un ringraziamento particolare al Presidente, onorevole Antonello Iannarilli, che ha immediatamente condiviso la proposta, consentendo che un’opera d’arte di tale valenza divenisse oggi testimonianza tangibile del nostro patrimonio artistico e culturale." 

Antonio Abbate 

La cerimonia di inaugurazione è avvenuta il 29 luglio 2010, alle ore 18.00.
 

("La Danzatrice" non è più nel palazzo provinciale dal 27/03/2012)


I segni dell’arte di Amleto Cataldi, originario di Roccasecca-Castrocielo, ma romano d’adozione, considerato uno dei grandi scultori del Novecento italiano, sono sparsi un po’ ovunque nella Capitale: sua, ad esempio, è la fanciulla con anfora che orna una fontana di Villa Borghese, sue le quattro vittorie alate in bronzo di ponte Vittorio Emanuele, suo il monumento ai finanzieri caduti durante la Prima guerra mondiale nel quartiere Nomentano, sua anche l’opera dedicata a Luigi Zanazzo in via dei Delfini.

Le sue tracce, insomma, sono sparse nella città che lo ha consacrato scultore. Tuttavia,  le stesse tracce finiscono per prendere anche altre strade, destinate a portare le sue opere ben più lontano. Come accadde a "La danzatrice", monumentale scultura bronzea dell’artista che, dopo aver fatto parte di una collezione privata d’oltreoceano, torna a casa per essere esposta, dal prossimo 29 luglio, nel salone del Palazzo della Provincia di Frosinone.

Un ritorno a casa non soltanto perché Cataldi è originario di questa terra, ma anche perché a fare da modella per la scultura fu una giovane di Anticoli Corrado, la stessa che, nel 1915, posò anche per Rodin, quando l’artista venne a Roma per realizzare il busto di papa Benedetto XV.

Proprio Rodin aveva ammirato a Parigi "La Danzatrice" di Cataldi coniando per la scultura la definizione di "Silenzio attivo" e sottolineandone la "ritmica armonia e il silenzio attivo".

Da Parigi in poi, il percorso della statua si fa tortuoso: l'opera bronzea, alta 2,37 metri, venne acquistata negli anni Venti a Roma da un cittadino americano e collocata nel suo giardino in Texas. Dopo oltre ottanta anni di oblio, l'opera è riapparsa sul mercato, miracolosamente integra, e grazie all'impegno di alcuni appassionati che si sono uniti riuscendo ad acquistare il capolavoro, oggi "La Danzatrice", potrà essere liberamente ammirata.

L'esposizione nella sede istituzionale rappresenta anche un omaggio dovuto allo scultore scomparso a Roma ottanta anni fa, nel 1930, restituendo riconoscimento e dignità all'artista le cui opere sono spesso cadute in un ingiustificato oblio. Amleto Cataldi è stato uno degli scultori italiani più apprezzati nei primi decenni del XX secolo, per la capacità di tracciare e percorrere una propria strada di ricerca espressiva, guardando alla tradizione e rinnovandola, senza lasciarsi affascinare dalle soluzioni di sperimentazione spinta proprie delle avanguardie.

«E forse proprio per questo alla sua morte la sua opera è stata avvolta da un velo di silenzio che solo ora comincia a essere stappato, per ricollocarlo lì dove il suo percorso di ricerca lo aveva condotto, alla ribalta internazionale dei premi, delle mostre e delle commissioni» spiega Antonio Abbate, assessore alla Cultura della provincia di Frosinone.

 

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Ultimo aggiornamento

Lunedi 29 Novembre 2021