di Giuseppina Bonaviri
Parole come slogan? Ormai non bastano più. Dobbiamo agire seguendo protocolli scientifici chiari. L'Oms Global si muove proprio in questa orbita sostenendo che nel 2030 "politici e nazioni raggiungeranno insieme l’attuazione di 17 obiettivi" solo se uniti da una strategia comune per un futuro sostenibile ed equo. Sconfitta della povertà e della fame nel mondo, salute e benessere, istruzione di qualità, parità e medicina di genere , acqua pulita, energia accessibile, lavoro dignitoso e crescita economica uguale per tutte/i. Per questo si è sviluppato un programma inclusivo che comprende "la lotta alla malnutrizione e alla mortalità materna ed infantile, il controllo della riproduzione umana e la regolamentazione della contraccezione d’emergenza, la promozione dell’immunizzazione, il contrasto alle malattie tropicali e alle malattie diarroiche, la prevenzione delle malattie infantili e la promozione della ricerca su quelle non trasmissibili, maggiore causa di morte nel mondo".
Ridurre la mortalità prematura del 25% il primo passo entro il 2025 attivando percorsi di consapevolezza delle/i cittadini. Si punterà ad una nuova generazione di farmaci e tecnologie con metodi diagnostico AI per migliorare la salute globale. Attualmente la quota delle spese sanitarie a carico del cittadino in Italia risulta sopra la media europea (32% vs 15,8%) mentre la spesa pubblica per la sanità (7% del PIL nel 2022 con una previsione di discesa fino al 6,2 nel 2025) è sotto la media europea (9,8%). Creare, allora, azioni comuni e condivise dagli Stati membri rappresenta il primo livello verso un welfare europeo integrato che consentirà la modernizzazione dell’infrastruttura sanitaria, il miglioramento dell’efficienza dei servizi sanitari europei, il rafforzamento delle misure di prevenzione e il controllo delle malattie psichiatriche ed ambientali. Nel frattempo negli ospedali del Lazio mancano 10mila tra medici, infermieri e tecnici.