Liberamente donne
Giuseppina Bonaviri Consigliera provinciale di parità
I segnali di stallo erano tutti molto evidenti. Nessuno Stato difende la donna se continua a rifiutare le sue libertà mentre il diritto penale da solo non può risolvere un secolare problema sociale. In un clima complessivo che insegue ambizioni ed ipocrisie, torniamo a ribadire l’urgenza di una tempistica adeguata dopo questi ultimi casi di femminicidio. Si conferma che la necessità di "potenziare le strutture associative con campagne di informazione nelle scuole, i piani di sviluppo di assistenza psicologica generalizzata, la formazione di magistrati e forze dell'ordine" è da apprezzare ma non è, da sola, sufficiente. Come d'altronde, neanche l'intento del Governo (edotto 8 giugno 2023) appare sufficientemente tutelante. "Rendere più veloci le valutazioni preventive e di protezione; rafforzare le misure contro la reiterazione dei reati a danno delle donne e la recidiva; migliorare la tutela complessiva delle vittime di violenza" questo è quanto previsto. Dobbiamo fare i conti con la latitanza dei provvedimenti. Il Pnrr può integrare ed interagire con la nuova linea. Intanto, nel monitorare i dati che dovranno essere aperti. Perchè senza questi non è possibile verificare l’impatto delle politiche pubbliche ed i bandi di gara locali introdotti, per ridurre il gap e per offrire uno strumento di facile consultazione alle realtà interessate. Essere a conoscenza dei bandi sul proprio territorio e sapere se in questi siano presenti quote occupazionali minime o misure premiali per la parità di genere consentirà alla provincia frusinate di esplorare in modo immediato i risultati incrociando: il territorio (regione, provincia, comune); le missioni dello stesso; le quote occupazionali per donne e giovan; le misure ed opportunità offerte per approfondimenti e valutazioni da parte delle/i titolari e proponenti. Come risaputo, infatti, le quote occupazionali minime e le misure premiali sono state la grande novità del Piano su scala nazionale. L’articolo 47 del decreto legge 77/2021 ha introdotto norme per favorire l’inclusione lavorativa delle donne (il cosiddetto gender procurement), dei giovani di età inferiore a 36 anni e delle persone con disabilità nell’ambito dei contratti pubblici finanziati appunto dal Pnrr. In particolare, l’articolo 47 da un lato prevede specifici criteri per l’ammissione alle gare pubbliche -connessi alla predisposizione di documenti relativi alla situazione del personale maschile e femminile e al rispetto delle norme che disciplinano il diritto al lavoro delle persone con disabilità- e, dall’altro, ha stabilito che nei bandi sia previsto l’obbligo di assicurare che almeno il 30 % delle assunzioni necessarie alla realizzazione del progetto sia destinato a donne e un altro 30% ai giovani. Negli stessi poi, si prevedono anche clausole premiali per le imprese che promuovano la parità di genere. Un quadro relativamente rassicurante ma solo qualora si sarà in possesso di trasparenza e capacità contrattuale. Il nostro entroterra intanto sta predisponendo una strategia che potrà essere condivisa con tutti gli attori interessati ai prossimi Stati Generali. Un notevole passo avanti.