Dialogo sociale europeo vs epidemia di infelicità
Giuseppina Bonaviri
Consigliera Provinciale di Parità
Oltre al programma che riguarda l’Anno europeo delle Competenze, l’UE mette oggi a disposizione degli Stati Membri diversi strumenti interessanti tra cui le pianificazioni quinquennali, la nuova Agenda europea per l’innovazione, la Strategia europea per le università che rafforza la rete degli enti di ricerca, il Fondo sociale europeo Plus che mira a creare più alti livelli di occupazione, un programma Digital Europe oltre a Horizon Europe prr promuovere la ricerca scientifica fino al 2027, Erasmus+
ed un pacchetto di proposte per migliorare il ruolo e l’intesa fra le Parti sociali e gli Stati Membri.
Un assetto evolutivo programmatico rivolto innanzitutto alle nuove generazioni che purtroppo però non codifica quanto le/i giovani soffrano attualmente di disturbi psicologici (una vera epidemia di infelicità) e come queste/i vadano a compromettere gli equilibri globali e i pragmatismi nazionali, quindi la buona realizzazione e gestione di tutti i percorsi messi a terra dall'Europa.
Più di un ragazzo su 7-tra i 10 e i 19 anni- soffre di un disturbo mentale diagnosticato e quasi 46.000 adolescenti ogni anno arrivano al suicidio.
Gli accessi dei minorenni nei pronto soccorso per motivi neuropsichiatrici sono aumentati del 147% così come i disturbi da “ideazione suicidaria” seguiti da quelli con sintomi depressivi (+115%) come quelli della condotta alimentare (+78.4%).
Considerato che i servizi offerti dalla sanità pubblica (vedi psicologo nelle scuole) non riescono a rispondere a pieno alle effettive esigenze delle nuove generazioni tocca ora alla stessa società trovare spazi di accoglienza equilibrati. Questo se davvero si vuole consolidare un progetto rivolto agli adulti del futuro.
Al momento però gli standard imposti alle nuove generazioni dal contesto transnazionale rimangono dispersivi e troppo competitivi.
Per raggiungerli sono richiesti rendimenti eccellenti
Si aumenta in tal modo il contrasto tra le/i giovani anzicché creare solidarietà e collaborazione tra loro e il contesto abitativo e territoriale che li ospita.
Va precisato che il 50% degli adulti (il fenomeno aumenta nei bambini) presenta alta vulnerabilità e fragilità relazionale.
Ad aprile 2023 sono stimati tra i 100mila e i 200mila casi di isolamento sociale volontario ma il calcolo è sottostimato.
Dati scientifici ci inducono allora a definire obbligatoriamente altre traiettorie.
Va rafforzata l’infrastruttura sociale con la nascita di protocolli di intervento mirato: dalle politiche pubbliche a favore della relazione
alla presenza di spazi pubblici e alle strutture idonee per intrattenere le relazioni sane; dal congedo parentelare retribuito superiore ai 10 mesi per migliorare i tempi di conciliazione tra famiglia e lavoro alle campagne di sensibilizzazione e di mobilitare dei settori sanitari preventivi ed educativi atti a prevenire e a riconoscere i pazienti a rischio solitudine e deriva.
Rimodulare gli spazi digitali virtuali
integrandoli nella rete sociale aumentarà , poi, la diffusione della cultura della relazione.
Gli staff istituzionali delle Consigliere di parità territoriali appaiono, dunque, i luoghi ideali per attivare nell'immediato incontri e dibattiti diretti alla costruzione dei nuovi piani di welfare e per la vigilanza e la rimozione degli ostacoli.
E questo, in più, in forma completamente gratuita.