Medicina di genere

Diffidiamo dalle interpretazioni parcelli e dagli usi equivoci che attualmente sono in uso e che circolano senza criteri e basi scientifiche

Data di pubblicazione:
23 Marzo 2023
Medicina di genere

Medicina di genere

Giuseppina Bonaviri 

Consigliera provinciale di parità 
 

L’Organizzazione mondiale della sanità introduce il concetto di medicina di genere definendolo come "lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona".

Diffidiamo dalle interpretazioni parcelli e dagli usi equivoci che attualmente sono in uso e che circolano senza criteri e basi scientifiche.

Ricordiamo, per questo, che il 13 giugno 2019, il Ministrero della Salute ha approvato formalmente il Piano "per l’applicazione e la diffusione della medicina di genere sul territorio nazionale" firmando il decreto attuativo relativo alla Legge 3/2018. 

L’Italia è stata il primo Paese in Europa a formalizzare l’inserimento del concetto di “genere” in medicina. Ciò per dare conseguentemente spazio alla “personalizzazione delle terapie”.

L’articolo 3 della legge 3/2018 (Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della Salute) richiedeva la predisposizione di «un Piano volto alla diffusione della medicina di genere mediante divulgazione, formazione e indicazione di pratiche sanitarie che nella ricerca, nella prevenzione, nella diagnosi e nella cura tengano conto delle differenze derivanti dal genere, al fine di garantire la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale in modo omogeneo sul territorio nazionale».  

Nasceva così il Tavolo tecnico-scientifico di esperti e di referenti per la medicina di genere ( Iss, Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, Agenzia italiana del farmaco, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) con chiari obiettivi strategici rivolti ad azioni necessarie ad attuare "una reale applicazione di un approccio di genere in sanità"

Quattro le aree d’intervento programmate per legge:

  • percorsi clinici di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione;
  • ricerca e innovazione;
  • formazione;
  • comunicazione.

I percorsi di sensibilizzazione, formazione e aggiornamento degli operatori sanitari rivolti anche alla cittadinanza attiva e alle scuole dovrebbero avere già coinvolto i settori e gli enti vigilati, predisposti alla salute pubblica e sociale. Questo a partire proprio dai livelli locali di presidio come le Aziende sanitarie.

L'obiettivo principale rimane quello di "assicurare l’avvio, il mantenimento nel tempo e il monitoraggio delle azioni previste dal Piano, aggiornando nel tempo gli obiettivi in base ai risultati raggiunti". 

Un ingranaggio necessario per fornire al Ministro della Salute i dati "da presentare annualmente alle Camere, relativi alle azioni attuate sul territorio nazionale".

Sensibilizzare e formare attraverso campagne di comunicazione ed informazione rimane, ad oggi, la priorità. 

Diffondere, quindi, politiche sulla salute di genere nei nostri territori ci consentirebbe di diventare protagonisti del processo di modernizzazione delle istituzioni preposte.

Ciò porterebbe anche alla formulazione di "raccomandazioni e documenti da proporre alle Istituzioni" quale piattaforma necessaria a promuovere percorsi di presa in carico che tengano conto "delle differenze di genere nei Piani sanitari e di razionalizzazione dei costi di gestione delle pazienti e dei pazienti".

Una nuova “dimensione” da includere nelle aree mediche "basata sulle differenze di sesso e/o genere, non solo in termini biologici e clinici ma anche culturali e socio-psicologici". 

Per migliorare la salute globale in ottica di sostenibilità e miglioramento di lavoro è richiesto, allora da subito, uno sforzo da parte di tutte le associazioni di categoria, degli ordini professionali e delle realtà produttive attive.

Frosinone 23 marzo 2023

Ultimo aggiornamento

Lunedi 18 Novembre 2024