È lunedì 6 dicembre 1926 quando Frosinone, da centro rurale di appena 13.000 abitanti, si sveglia capoluogo di una provincia di 117 comuni; che poi diventeranno gli attuali 91. La Provincia di Frosinone nacque così, dall'unione di due territori: la Ciociaria (appartenuta per secoli allo Stato della Chiesa) e la Provincia di Terra di Lavoro (che prima dell'Unità d'Italia, apparteneva al Regno delle Due Sicilie). L’atto che la istituisce formalmente è il RDL n. 1 del 2 gennaio 1927, anche se - come detto - si fa riferimento alla data del 6 dicembre 1926, giorno in cui il Consiglio dei Ministri deliberò l'istituzione di 17 nuove Province, e si parlò per la prima volta della Provincia di Frosinone. Una data che si volle eternare immediatamente nella storia della città, con il nuovo toponimo "Piazza VI dicembre". Tra molte difficoltà per trovare una “casa” degna di questo nome, l’Ente fu ospitato in vari edifici della città. L’ultimo in ordine di tempo, per 28.000 lire annue, è "Palazzo Molella" (oggi non più esistente, perché distrutto dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale e sostituito da un moderno fabbricato), nei pressi della chiesetta di Santa Lucia. Anche "Palazzo Molella" però si dimostrerà presto una sede insufficiente e si avverte l'esigenza improrogabile di costruire una struttura propria con almeno cento vani. Fu affidato così l'incarico per la progettazione del Palazzo all'architetto Giovanni Jacobucci di Supino, vero protagonista del rinnovamento edilizio del capoluogo negli anni Trenta. Il 28 ottobre 1930 si registra la posa della prima pietra e i lavori proseguiranno per altri tre anni: è il primo edificio pubblico realizzato a Frosinone con strutture intelaiate in calcestruzzo armato secondo le nuove norme antisismiche entrate in vigore dal mese di aprile di quell'anno. Il trasferimento degli uffici dal Palazzo Molella, avverrà nel febbraio 1933; ma per l'inaugurazione bisognerà attendere il 6 dicembre 1934, in occasione della cerimonia annuale dell'istituzione della Provincia di Frosinone. Questo meraviglioso palazzo, tra gli edifici di maggior pregio del territorio, è impreziosito – come sapete - di opere d'arte straordinarie. Pensate che il pannello in ceramica di Basilio Cascella, fu acquistato nel 1929, addirittura un anno prima dell'incarico per progettare il palazzo. Quindi ancor prima di avere una 'casa', il nostro Ente si era preoccupato di arricchirla di bellezza. Diciamo che creativi lo siamo sempre stati e fermi non ci sappiamo proprio stare. L'opera fu pagata 3.000 lire, invece di 20.000, proprio per la 'funzione' che avrebbe svolto, ben compresa dall'autore. Dagli anni '30 si passa al 1951, quando nasce un Premio dedicato alla pittura e alla scultura, con la giuria presieduta da Giorgio De Chirico. Quel premio assegnava ai vincitori la somma di 500.000 lire, fatevi un po’ i conti di che evento parliamo! A questo si aggiungono le acquisizioni e gli acquisti fino ai nostri giorni. Capite bene di che valore parliamo, altroché pinacoteca.
Oggi abbiamo avuto il privilegio di ricevere gli alunni dell'Istituto Angeloni di Frosinone. A riceverli e fare loro da guida Luigi Vacana, delegato dal presidente Luca Di Stefano. Ad accompagnare una rappresentanza del terzo e quarto anno anno, le docenti Lucia Cellucci e Daniela Scaccia.Portare i ragazzi qui, non significa soltanto far conoscere l'istituzione, ma farli immergere nel bello e sollecitare in loro l'attaccamento e la fierezza di appartenere a questo territorio. Ricco di tutto, secondo a nessuno.