La rete contro la violenza di genere della Provincia di Frosinone diventa sempre più forte e punta ad attivare nuovi strumenti di contrasto a un fenomeno dai numeri sempre più preoccupanti.
È stato presentato ieri pomeriggio, nella Sala Purificato della Prefettura, l’avvio del progetto ‘Mani in pasta contro la violenza’, attivato dalla Provincia di Frosinone, attraverso l’Azienda Speciale Frosinone Formazione, nell’ambito del protocollo interistituzionale firmato il 12 maggio 2022 da Prefettura, Procura, Provincia, Asl e Ordine degli Avvocati di Frosinone. Una vera e propria rete tra istituzioni che ieri è stata estesa anche ai carabinieri, alla polizia di Stato e ai cinque centri antiviolenza mappati sul territorio.
A siglarlo, con il Prefetto di Frosinone, Ernesto Liguori; il Procuratore della Repubblica, Antonio R.L. Guerriero; il direttore generale della Asl, Angelo Aliquò; il presidente della Provincia di Frosinone, Luca Di Stefano e il presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Frosinone, Vincenzo Galassi, erano presenti anche il comandante provinciale dei carabinieri, Alfonso Pannone; il questore di Frosinone, Domenico Condello e le rappresentanti dei cinque centri antiviolenza. Presente anche l’amministratore unico di Frosinone Formazione e Lavoro, Fabrizio Zoli, che ha illustrato il risvolto sociale e imprenditoriale del progetto, per il quale ha ringraziato “Roberta Pezzella e Matteo Dolcemascolo, i due tutor che, pro bono, hanno prestato professionalità, tempo e competenze per formare dieci donne che seguiranno i corsi di panificazione e pasticceria”. A sottolineare il profilo di interesse per le imprese è stato, invece, Gianluigi Pezzullo di Unindustria, evidenziando come l’azione da avviare sia proprio quella di fare ‘scouting’ sul territorio per rilevare le figure necessarie alle aziende e cucire corsi professionalizzanti, sulla scia di quelli già avviati.
Da parte sua, il Prefetto Liguori ha sottolineato la valenza “di un’azione condivisa e concreta – ha detto – per affrontare un fenomeno dai numeri sempre crescenti: attraverso la continua e proficua comunicazione tra istituzioni, forze dell’ordine e operatori del settore è possibile mettere in campo azioni e strumenti che consentano di contrastare a trecentosessanta gradi una piaga sociale allarmante”. Non ha mancato, il Prefetto Liguori, di tracciare i prossimi obiettivi della rete: una banca dati condivisa che consenta di analizzare compiutamente e in modo più analitico il fenomeno della violenza di genere; la formazione degli operatori, delle forze dell’ordine, del personale sanitario e dei dipendenti delle istituzioni per il corretto approccio con i diversi casi e, infine, uno sportello per l’assistenza legale alle vittime.
“Insieme a tutte le istituzioni presenti – ha detto il Procuratore Guerriero - stiamo portando a compimento questa iniziativa che serve a dare un reale sostegno alle vittime di violenza, perché è necessario che si passi dalle parole ai fatti: quali sono le condizioni che determinano lo status di vittima? Ragioni economiche, sociali e giuridiche. Il nostro compito è quello di eliminare tali difficoltà e per farlo è necessaria una sinergia tra le istituzioni e gli organismi del volontariato allo scopo di fornire un sostegno concreto alle vittime di violenza”.
Di “punto di partenza e non certo di arrivo” hanno parlato il comandante Pannone e il questore Condello, sottolineando “l’importanza della prevenzione e di una denuncia tempestiva anche soltanto di atteggiamenti violenti che possono essere segnali rilevanti per attenzionare situazioni a rischio e che potrebbero degenerare”.
A sottolineare la valenza di ‘Mani in Pasta’ è stato il presidente della Provincia, Luca Di Stefano: “Un progetto molto importante voluto fortemente dalla Provincia di Frosinone e dall’Agenzia Frosinone Formazione e Lavoro – ha detto Di Stefano - Le donne che subiscono violenza spesso perdono il lavoro o rinunciano a esso per affrontare la drammatica situazione che sono costrette a vivere e ciò comporta una diminuzione della loro indipendenza economica e un aumento della loro vulnerabilità. Il reinserimento lavorativo diventa quindi fondamentale. La formazione e l'aggiornamento delle competenze delle donne vittime di violenza, attraverso percorsi di specializzazione in settori adatti alle loro conoscenze e interessi risulta essere decisivo ai fini di un loro recupero psicologico e sociale. Il protocollo ampliato alle forze dell’ordine e ai centri antiviolenza è un tassello fondamentale per lotta alla violenza di genere sul nostro territorio”.
Parole di grande apprezzamento per l’estensione del protocollo antiviolenza sono giunte anche dalle rappresentanti dei cinque centri mappati sul territorio, per i quali ha parlato la presidente del ‘Telefono Rosa’, Patrizia Palombo, evidenziando il grande lavoro delle realtà associative e la valenza di una ‘rete allargata di protezione’ per le vittime di violenza.
Presenti, tra gli altri, la consigliera regionale Sara Battisti; la vicepresidente della Provincia, Valentina Cambone e la presidente della Consulta delle Elette della Provincia, Eleonora Campoli. In prima fila anche il comandante della Guardia di Finanza di Frosinone, il colonnello Cosimo Tripoli.